Yoga e solstizio d’inverno

IL SOLSTIZIO INVERNALE, DAL BUIO ALLA LUCE

Momento di passaggio energetico fondamentale, e non solo astronomico, è il solstizio di inverno, che quest’anno cadrà il 22 dicembre.

In questo giorno avviene una sorta di cambio di testimone nella vita della natura. La notte del 22 sarà quella più lunga dell’anno, quella in cui si varca il confine del domino del buio, che qui tocca il suo apice, con il ritorno della luce.

Dal solstizio in poi le giornate cominciano ad allungarsi nuovamente, sostenendo i mesi più freddi con la rinfrancante speranza che non dureranno a lungo, e che la primavera preme per tornare, come sempre accade.

Questo cambio energetico determina una serie di conseguenze nel mondo naturale e su di noi, perché ne facciamo totalmente parte. Anche se spesso si tende a dimenticarlo. Riavvicinarsi con sincero amore alla natura è la nostra filiale ammissione di essere fragili ed impermanenti. La natura ci insegna a vivere, perché essa è la vita che si manifesta in modo onesto, autentico, nella sua alternanza del buio con la luce, nonostante il nostro rifugiarci in città di cemento, che finiscono con l’allontanarci dal percepire il profondo insegnamento che la natura ci offre con i suoi cambi stagionali.

Il buio richiama in noi la percezione dello smarrimento, del tormento, il non riuscire a vedere dove ci troviamo, chi siamo, dove vogliamo andare. Una sorta di stato involutivo, o di blocco dell’essere, smarrito nei meandri della mente, e della sofferenza e limitatezza umana.

Quando si può avere la possibilità di immergersi nelle ombre della notte, senza interferenze di luce artificiale prodotta dall’uomo, si può ritornare in un ciclo naturale che appartiene all’essere umano, oltre la comprensione mentale. Forse l’elemento che è diventato più estraneo nelle nostre vite di questa società, cosiddetta evoluta, è proprio il buio, che cerchiamo di controllare, arginare, con illuminazioni artificiali intense. Forse sono le nostre paure che tentiamo di arginare.

Il solstizio d’inverno è il momento dell’anno in cui l’oscurità prevale sulla luce, ma è lo stesso che indica la “rivincita” della luce stessa che pian piano riconquista terreno, fino a condurci all’equinozio di primavera quando la durata della notte si equivarrà a quella del giorno.

Nel suo simbolo più intimo la luce richiama il potere dell’anima, la radianza che può illuminare la nostra mente, le nostre azioni, la vita, sostenendo azioni elevanti, un qualcosa di saggio, di neutrale, di positivo. Ci mostra la possibilità di vivere felicemente in relazione con la nostra anima.

E di agire in armonia con il nostro giusto posto nel mondo.

Da sempre l’uomo ha cercato nel cielo la risposta alle sue domande. Il sole è simbolicamente connesso all’idea di immortalità e, sin dai tempi primitivi, era infatti considerato una divinità

fondamentale, in grado di donare la vita. Il solstizio d’inverno simboleggia la morte che dà inizio alla rinascita del sole e dell’uomo.

Il solstizio d’inverno è quindi un momento di grande rigenerazione cosmica per l’universo che si appresta a una seconda nascita spirituale, accedendo a quella che gli induisti definiscono la “via degli dei”, o devayana, eper l’essere umano che intraprende lavia dello sviluppo sovraindividuale. È il momento dell’apertura di una consapevolezza nuova e differente nella coscienza umana. L’uomo prende coscienza della vera spiritualità sua e del cosmo.

Lo yoga celebra dunque il solstizio d’inverno come un momento di rinascita.

Il momento dell’anno in cui le energie dell’universo favoriscono il passaggio verso il nuovo, abbandonando ciò che non ci serve, ciò che ci è di peso, ciò che impedisce la nostra evoluzione spirituale.

Lasciar andare ciò che non è necessario nel nostro cammino di evoluzione.

La danza delle dualità anima il mondo nella sua interezza: si manifesta in modo impeccabile, nell’avvicendarsi in ogni singolo giorno del dominio del sole, e a seguire quello della luna con la notte. Questo ritmo accompagna la nostra vita e la vita di ogni cosa sulla terra. Dà il ritmo all’anno, e alle scadenze tutte “umane” come compleanni, nascite, viaggi, morti. Ma non è l’unica manifestazione della dualità, la ritroviamo nell’alternanza del respiro, passando da una fase inspiratoria attiva che richiama il sole, a una fase espiratoria passiva, o lunare, in un ritmo incessante che determina la vita di tutti. Come l’azione e il riposo. La gioia e la tristezza. La nascita e la morte. La salute e la malattia. Il no e il si. Il positivo e il negativo. Ogni aspetto della vita si può ricondurre a queste due elementi essenziali. Da qui lo yin e lo yang, cuore della cultura e della medicina tradizionale cinese, il prana e l’apana le due forze praniche nella visione energetica della via dello yoga, shiva e shakti le due energie che nel loro intrecciarsi danno vita alla risalita della kundalini. Così luce e buio sono a servizio della legge della Natura, e altro non è che osservare lo stesso fenomeno da due differenti punti di vista.

Il sole e la luce vengono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua nascita spirituale sviluppando e superando il proprio stato sottile nella notte del solstizio d’inverno. In questa notte avviene la morte simbolica della propria profanità, e dell’evento fisico del passaggio dalle tenebre alla luce. Il sole, che pian piano riconquista la luce alle tenebre, rispecchia il praticante sincero che prende coscienza del proprio risveglio interiore ed inizia il suo percorso di ricerca.

Un momento di forte interiorizzazione che ci porta a scendere nelle tenebre più profonde della nostra interiorità̀ per emergere verso una nuova luce.

Siamo alla fine dell’anno, è momento di bilanci, e anche se questo termine potrebbe suggerire l’idea di tracciare una linea e giudicare il nostro operato anziché rimanere nel flusso, è vero che siamo senza dubbio chiamati a fermarci, come fa il sole “sol stat” e a decidere cosa lasciare e cosa portare con noi.

Cosa che può sembrare apparentemente scontata ma non lo è affatto, perchè una delle cose più difficili da fare è proprio lasciare andare, abbandonare quelle zavorre a noi tanto care che ci impediscono di proseguire. Dobbiamo necessariamente lasciar andare il vecchio per fare spazio al nuovo.

Il solstizio come momento di rinnovamento e di rinascita.

Verso la Luce.

L’idea della luce che a poco a poco inizia a prevalere sull’oscurità, la nostra luce interiore che riprende a splendere dopo una simbolica morte nelle tenebre è di per sé una metafora molto bella di quella che è la vita: un ciclo di morti e rinascite.

Il 22 dicembre concediti un momento per meditare, poniti tra cielo e terra e fonditi con la Natura che muore e rinasce, medita per creare quello spazio vuoto in cui luce e ombra possano incontrarsi, riconoscersi e stringersi.
Stai lì, senza filtri né intermediari a cospetto delle forze e del ritmo universale e lancia in alto i semi della nuova vita che hai scelto e che il nuovo sole aiuterà a far crescere.

Chiudi gli occhi e immagina, semplicemente immagina e visualizza il sole nella sua declinazione più bassa, un sole morente che ti invita ad entrare ancora per un attimo nella profondità della terra, nella tua grotta interiore, in contatto con le radici e le viscere, lì dove ci sono le tue parti invisibili ma essenziali.

Ritrovati in te stesso, contatta i tuoi desideri più puri e abbracciali, poi preparati a consegnarli al sole che sta per rinascere ed affidagli tutti i tuoi progetti e le tue speranze di rinnovamento.
Lascia andare ciò che ti impedisce di risplendere e concentrati nel mettere a fuoco i tuoi obiettivi, quelli della tua anima non del tuo ego, quelli che si allineano naturalmente al tuo cuore e al tuo destino.

Hari Om Tat Sat

Andrea Bonabitacola

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